PSICHIATRIA, SOLITUDINE
“Non bisogna sottovalutare i segnali di rischio”
TRAGEDIE EVITABILI? NON SEMPRE. NON TUTTE.
Ma l’attenzione ai segnali è importantissima, una diagnosi accurata del disagio psichico è il punto di partenza per una cura efficace e per tentare almeno di evitare il peggio. Lo spiega Gianluca Camozzi, psichiatra all’Istituto Corberi di Limbiate, e specializzato in criminologia, che da anni segue con attenzione i casi di violenza determinati da malattia psichica.
“Anche se resta sempre valido quanto emerso da uno studio effettuato nel Regno Unito qualche anno fa e cioè che le possibilità che un malato psichico commetta un delitto di sangue sono praticamente le stesse che lo faccia un soggetto sano di mente, la nostra società dovrebbe imparare a non sottovalutare i segnali che arrivano da soggetti in difficoltà come lo sono i malati psichici.
Partendo dal fatto che non esiste la malattia psichica in generale ma esistono svariate forme di malattia psichica, ciascuna con le proprie peculiarità e all’interno di queste poi ci sono le reazioni soggettive che variano da persona a persona”, spiega Camozzi. ” Non ha senso per esempio parlare genericamente di crisi depressiva, che di per sé non significa nulla ed ha sostituito oggi quello che un tempo veniva definito l’esaurimento nervoso, altra definizione vaga. Nei casi che evolvono con episodi drammatici, quasi sempre con un’analisi attenta si riesce a trovare una ragione di quanto accaduto, ma purtroppo questo avviene a posteriori mentre sarebbe ovviamente meglio arrivarci prima, attraverso una rete strutturata di servizi che va dai medici alle Forze dell’ordine, agli assistenti sociali, agli operatori specializzati, ma può comprendere anche i famigliari, i vicini di casa, i compagni di studio o di lavoro, persone che per prime possono notare situazioni di rischio per le quali sarebbe opportuno attivare forme di aiuto.
Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, possiamo dire che questi episodi in Italia sono tutto sommato ancora pochi ed è questo il segno di un tessuto sociale che ancora tiene, rispetto per esempio a società molto più disgregate come quella degli Stati Uniti d’America, dove episodi di violenza legati a disagio psichico sono molto di più e spesso con effetti molto più devastanti, se pensiamo alle stragi commesse da persone armate nelle scuole, o nei supermercati o nei luoghi di lavoro.
Ma a questa contabilità degli effetti drammatici del disagio psichico si debbono aggiungere in molto casi anche gli episodi di suicidio, oggi quarta causa di morte nei paesi occidentali, che sono meno eclatanti e di cui non si hanno notizie con eguale enfasi”.
La malattia psichica come male invisibile, da combattere con armi sottili come la comunicazione e le relazioni sociali, secondo Camozzi: “Per quanto possa essere paradossale, oggi, nella società delle comunicazioni, sul fronte della prevenzione del disagio psichico, la comunicazione è praticamente nulla”. I segnali raccolti da diversi soggetti raramente vengono messi in relazione tra loro. Qualche volta si consumano a tragedia consumata.
